Arrivando a Fratta Polesine si è subito immersi in un’atmosfera particolare. Si ha la sensazione di entrare in un piccolo scrigno dal quale emergono a una a una le bellezze architettoniche.
La palladiana Villa Badoer, situata sul canale Scortico, è la più importante di tutte e per la sua importanza è bene dell’Unesco e quindi patrimonio dell’umanità. L’armonia di forme, i saloni ed il giardino sono contenitori ideali per mostre e spettacoli. In una delle barchesse della Villa è allestito il Museo Archeologico Nazionale, qui sorto per ospitare i reperti archeologici trovati a pochi chilometri. Sito di importanza europea, nell’Età del Bronzo, Fratta era una delle tappe più importanti dell’antica via dell’ambra sviluppatasi grazie alla presenza del Po di Adria, ora paleo alveo, uno dei rami più importanti del vecchio corso del Po.
Vicinissima a Villa Badoer si trova la Villa Molin Avezzù teatro, nel 1818, di un ricevimento durante il quale un gruppo di giovani carbonari fu arrestato e rinchiuso nelle terribili prigioni dello Spielberg. Fratta è infatti ricordata come primo esempio di repressione da parte austriaca delle aspirazioni alla libertà e all'emancipazione nazionale. A memoria di quanto accaduto, ogni anno, a novembre, viene rievocato questo evento con un banchetto in Villa Avezzù e tutto il paese si riempie di comparse in costumi ottocenteschi.
Oltre alle dimore che ricordano i carbonari, a Fratta vi è la casa natale, ora Museo documentario, di Giacomo Matteotti. Accanto il Manegium, centro di documentazione della civiltà contadina e del territorio che occupa l’intero Palazzo Boniotti.
Meritano una visita attenta anche le tele del grande artista settecentesco Mattia Bortoloni che arricchiscono la parrocchiale dei SS Pietro e Paolo.
Seguendo il corso dello Scortico, a pochi chilometri dal centro storico, l’Ecomuseo del Mulino Pizzon, stupendo esempio di archeologia industriale.
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